Chi di noi non conosce la paura?
Ognuno di noi in qualche modo ne avrà avuto esperienza: paura dei ragni, di volare, degli spazi chiusi… qualunque essa sia, non è mai troppo tardi per provare a cambiare le nostre reazioni.
La paura è una risposta istintiva che si attiva di fronte a ciò che consideriamo minaccioso, è un allarme che scatta di fronte a rischi dai quali fuggire o difendersi, oppure davanti a ciò che ci è sconosciuto. Negli ultimi anni però, è la paura della paura stessa che ci condiziona maggiormente, ossia il timore di poter rivivere una situazione dalla forte carica ansiogena che in passato ci ha già spaventato. Pensiamo per esempio agli attacchi di panico: solitamente il primo episodio determina tutta una serie di disturbi psicofisici e di strategie di evitamento di ciò che pensiamo possa averlo scatenato.
L’ansia che possa succedere di nuovo può avere intensità più o meno elevata e spesso si ripercuote sul corpo, che reagisce in maniera molto intensa: tachicardia, respiro corto e spezzato, senso di debolezza, o in casi estremi, tremori, paura di morire, sensazione di perdita di controllo e confusione mentale…
Spesso, a seguito di un primo attacco di panico, l’ansia e quindi la paura di rivivere le stesse sensazioni catastrofiche e di sperimentare lo stesso malessere, spaventa al punto da attivare uno stato d’ansia costante e debilitante.
L’aiuto di un esperto è indubbiamente di fondamentale importanza in questi casi, ed è anche utile prendere meggiore confidenza con i segnali che il nostro corpo ci invia, imparare a distinguere ciò che realmente ci può essere d’aiuto da ciò che noi stessi andiamo ad alimentare attraverso il nostro costante stato di tensione. La paura ci può proteggere da esperienze spiacevoli, ma allo stesso tempo può erige intorno a noi un muro invisibile che ci impedisce di vivere la nostra vita come vorremmo, è bene evitare che la paura e l’ansia si trasformino una una prigione!
Ma come si fa a vincere una paura? O a vincere la paura della paura?
Superare una paura non vuol dire cercare di ignorarla e nemmeno arrendersi ad essa. Non si tratta di essere incoscienti, ma di conoscerla, accoglierla… ed AFFRONTARLA: fare dei piccoli passi verso di essa, pronti a dimostrare a noi stessi che in fondo siamo in grado di fronteggiarla. Non c’è migliore spinta al cambiamento e al miglioramento che non sia la nostra esperienza diretta, in grado di comunicarci chiaramente che siamo in grado, a poco a poco, di farcela.
Dott.ssa Chiara Ramponi - PSICOLOGA - 20020 Robecchetto con Induno (MI), Via A. Manzoni 14
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