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Coppie in quarantena

Molti di noi vista l’emergenza sanitaria si sono trovati travolti da un cambiamento improvviso: hanno perso gli spazi nei quali erano abituati a ricoprire un ruolo.

Così, un po’ tutti, siamo passati dalle nostre routine quotidiane nelle quali avevamo uno “spazio” per ricoprire il ruolo di genitore, amante, professionista, amico, lavoratore, ad un collasso di tutte queste identità in un unico spazio, quello domestico, magari reso ancor più ristretto dai figli.

L’ansia per la situazione, l’incertezza lavorativa e lo stress creato dalle preoccupazioni economiche non fanno altro che appesantire le angosce ed i disagi che proviamo, consumando le nostre risorse emotive e mentali. In queste situazioni spesso i membri di una coppia si trovano ad avere meno pazienza, meno tolleranza anche fra di loro…

Mi auguro che le “mie” coppie stiano bene, e che magari stiano portando avanti proficuamente il lavoro di comprensione reciproca iniziato in studio.

Vi riporto un esempio di conversazione che mi capita spesso di sentire, declinato in varie forme, durante i colloqui di coppia:

Lei: “sono stanca, non ce la faccio più a gestire tutto da sola… la casa, la cucina, i bambini e i mestieri…” ha lo sguardo rivolto a terra e gli occhi lucidi.

Lui: “ adesso comincia con le lamentele… Io ci provo anche ad aiutarla ma non le vanno mai bene le cose come le faccio io” risponde sbuffando con gli occhi al cielo.

Lei: “Certo, ma l’unica cosa che fai è giocare con i bambini mentre cucino…” risponde girandosi di scatto verso il partner.

Lui: “ gioco con i bambini così tu puoi cucinare tranquilla” si giustifica, guardando il terapeuta e sbuffando… “ Vede? E’ sempre pronta a criticarmi” e a questo punto incrocia le braccia e si ritrae dal dialogo.

Lei inizia a piangere.

Capita spesso che uno dei due partner si senta un pochino trascurato o abbia bisogno di vicinanza emotiva, che magari non si senta pienamente capace di ricoprire il ruolo che ha; ed in questi momenti di insicurezza reagisce criticando l’altro, arrabbiandosi o piangendo, proprio come farebbe un bambino, semplicemente perché sta cercando di attirare l’attenzione, sta chiedendo aiuto, anche la sola vicinanza emotiva.

Se si riuscisse ad andare un pochino più in profondità, ad essere meno orgogliosi, a capire i reciproci bisogni, sarebbe molto più facile non cadere nei tipi di discussione come quella qui sopra riportata.

Se avete piacere di leggere, mi sento di consigliare un libro molto interessante sull’argomento: “Intelligenza emotiva per la coppia” di John Gottman.

A presto!